martedì 25 maggio 2010

Sosteniamo la resistenza del popolo greco contro la dittatura dei creditori!

Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo (CADTM), 3-5-2010. Tradotto da Curzio Bettio, Tlaxcala
Il nuovo piano di austerità annunciato domenica 2 maggio è un’autentica catastrofe per la popolazione greca, per i salariati del privato come del pubblico, per i pensionati e per coloro che hanno perso il lavoro.


  • Congelamento dei salari e delle pensioni della funzione pubblica per 5 anni;
  • Soppressione dell’equivalente di 2 mesi di stipendio per i funzionari;  
  • Diminuzione dell’8% delle loro indennità già amputate del 12% dal precedente piano di austerità del governo guidato dal PASOK (Movimento Socialista Panellenico) ;
  • L’imposta principale dell’IVA che, dopo essere passata dal 19 al 21%, viene portata al 23%, (anche le altre tasse subiscono un incremento, dal 5 al 5.5% e dal 10 all’11%); 
  • Le tasse sui carburanti, sugli alcolici e sui tabacchi aumentano per la seconda volta in un mese del 10%;
  • I pensionamenti anticipati (collegati alla perdita del lavoro) sono vietati prima dell’età di 60 anni;   L’età per legge dell’andata in pensione delle donne è portata dai 60 ai 65 anni entro il 2013;
  • Per gli uomini, l’età legale dipenderà dalla speranza di vita;
  • Saranno necessari 40 anni di lavoro (e non più 37, salvo studi e disoccupazione) per ottenere una pensione ad importo pieno;
  • Questa pensione verrà calcolata non più in funzione dell’ultimo salario ma secondo il salario medio sulla totalità degli anni lavorati (equivalente ad un abbassamento dell’ammontare della pensione del 45 fino al 60%) 
  • Lo Stato ridurrà le sue spese di funzionamento (sanità, istruzione) di 1,5 miliardi di euro.
  • Gli investimenti pubblici verranno ridotti ancora di 1,5 miliardi di euro.  
  • Viene creato un nuovo salario minimo per i giovani e per i disoccupati di lunga durata (equivalente al CPE francese, la legge sul contratto di primo impiego che, a detta dei sindacati e delle stesse associazioni giovanili, penalizza fortemente il primo lavoro e aumenta il precariato dei giovani,  respinta in Francia dai giovani e dai sindacati).




    Insalata greca, di Emad Hajjaj, Al Quds Al Araby
Miliardi di euro per salvare la Grecia dalla sua crisi monetaria: si tratta di una cuccagna per i mercati finanziari e il capitale!  

  • I trasporti, l’energia e alcune professioni riservate allo Stato dovranno essere liberalizzate e aprirsi alle privatizzazioni; 
  • Il settore finanziario (le banche in particolare) beneficierà di un fondo di sostegno con l’aiuto del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea; 
  • La flessibilità del lavoro sarà rafforzata;
  • I licenziamenti verranno facilitati;
      L’economia greca viene posta sotto il controllo del Fondo Monetario Internazionale.
La Grecia, restando nella zona dell’euro, non potrà svalutare la sua moneta, né giocare sui tassi di interesse. Neppure il debito potrà essere ristrutturato, le istituzioni finanziarie europee ne detengono i due terzi. Queste stesse banche continueranno ad attingere denaro dalla Banca Centrale europea ad un tasso dell’1% per prestarlo agli Stati (dietro remunerazione!).
Per contropartita a queste misure, i paesi della zona euro, uno ad uno, stanno prestando aiuto da 100 a 135 miliardi di euro alla Grecia nell’arco di 3 anni, ad un tasso del 5% (45 miliardi solo per quest’anno). Dunque, gli Stati ricchi e le banche guadagneranno soldi sulle spalle del popolo greco. Christine Lagarde, ministra delle finanze francese, prevede un utile di profitto pari a 150 milioni di euro all’anno.  Con questa operazione andranno ad accrescere il debito pubblico per consentire allo Stato greco di pagare i suoi creditori speculatori!

La crisi greca è la dimostrazione a grandezza naturale della tripla pericolosità del Fondo Monetario Internazionale, dell’Unione Europea e dei mercati finanziari.  
Il FMI, screditato a giusto titolo per i suoi catastrofici “piani di aggiustamento strutturali”, ritorna a galla nella zona euro, dopo avere infierito in questi ultimi due anni in molti paesi dell’Europa orientale.  Oggi, il Fondo utilizza le medesime procedure messe in atto ieri conformemente agli interessi dei medesimi suoi sponsor: i mercati finanziari e le multinazionali. Oggi, come ieri, questa è la sua autentica natura di pompiere piromane che si rende manifesta alla luce piena del sole.  L’Unione Europea e la sua commissione hanno in ugual modo riaffermato i loro paradigmi al servizio della “libera concorrenza, non falsata”. La Banca Centrale Europea non è al servizio delle popolazioni di Europa, ma unicamenteque a quello delle banche e degli organismi finanziari.
I mercati finanziari, dopo avere provocato e fatto precipitare la crisi greca, attraverso le agenzie di rating remunerate dalle grandi banche statunitensi, esigono trarre ancor più profitti dalle loro strategie speculative. Il governo del PASOK, l’Unione Europea e il FMI hanno fornito loro l’occasione su un piatto d’argento.  

Alle spalle dell’industria finanziaria ci sono le multinazionali dell’industria, del commercio, dei servizi.
Se stiamo stigmatizzando a ragione i fondi speculativi, le agenzie di rating e l’industria finanziaria, noi non perdiamo di vista che tutto questo non è altro che l’albero che nasconde la foresta! Questa sfrenata speculazione che strangola le popolazioni povere è stata resa possibile per due ragioni principali:

  • Le deregolamentazioni successive dei mercati finanziari dopo gli anni ottanta del secolo scorso;
  • Le scelte volontarie e coscienti del grande padronato di destinare i loro nuovi profitti alla speculazione piuttosto che verso la produzione e la creazione di posti di lavoro. E questa accumulazione di nuovi profitti trova la sua origine nella recente ripartizione della ricchezza a beneficio del profitto e a detrimento della parte spettante ai salariati. Questa parte è diminuita di circa il 10% del PIL in 25 anni nella media dell’insieme dei paesi sviluppati.
    Questo orientamento economico, sostenuto dall’ideologia neoliberista, è la causa principale della crisi economica e finanziaria che noi oggi abbiamo sotto gli occhi.
Anche i differenti governi che si sono succeduti nel corso di 30 anni, in Grecia come negli altri paesi del Nord del mondo, portano una parte pesante di responsabilità nell’aumento dei debiti pubblici. Le politiche fiscali, condotte in favore dei benestanti più agiati e delle grandi imprese (imposta sul reddito, imposta patrimoniale e imposta sulle società), hanno diminuito in maniera considerevole le entrate di bilancio ed aggravato il deficit pubblico, obbligando gli Stati ad accrescere il loro indebitamento.

I responsabili della crisi vengono risparmiati ed è alla gente che viene presentato il conto.  
Nel piano di austerità congegnato da PASOK-UE-FMI ed imposto al popolo greco in pratica è possibile riscontrare la presenza solo di piccoli provvedimenti senza effetto per stabilire l’inizio di una giustizia fiscale e assolutamente nulla per combattere l’evasione fiscale dei profitti delle grandi imprese.  Le “soluzioni” del PASOK, dell’UE e del FMI precipitano la Grecia verso l’approfondimento della sua crisi. Per il 2010 viene già programmata una recessione minimale di 4 punti del PIL. I piccoli artigiani e i commercianti, le piccole imprese dovranno affrontare una lunga serie di fallimenti e di blocchi delle attività. La disoccupazione sta esplodendo e gli strati popolari e le classi medie stanno riscontrando che il loro potere di acquisto sta precipitando in caduta libera. Le ineguaglianze si stanno accrescendo e i diritti umani fondamentali (accesso all’energia, all’acqua, alla sanità, all’istruzione…) sono minacciati per la parte più povera della popolazione.
La collera del popolo della Grecia è anche la nostra.
Il CADTM sostiene senza riserve le mobilitazioni contro il piano di austerità.

Esistono soluzioni alternative!

  • Il rimborso del debito pubblico della Grecia deve essere immediatamente sospeso e deve essere condotta una pubblica inchiesta per decidere della sua legittimità o della sua illegittimità. 
  • Devono essere prese misure di abrogazione e i proventi finanziari dal debito devono essere tassati alla fonte al tasso massimo dell’imposta sui redditi.
  • Provvedimenti fiscali possono essere assunti immediatamente per ristabilire la giustizia fiscale e per la lotta contro l’evasione fraudolenta. All’oggi, secondo le valutazioni del Tesoro greco, i funzionari (designati come capri espiatori) e gli operai dichiarano profitti maggiori di quelli dei liberi professionisti (medici, farmacisti, avvocati) o perfino dei banchieri!
La quasi totalità delle grandi imprese (armatori, …) dichiarano i loro profitti in paesi a fiscalità vantaggiosa (particolarmente a Cipro) o li nascondono nei paradisi fiscali.
La Chiesa ortodossa continua a beneficiare di esorbitanti esoneri fiscali sui patrimoni e sulle rendite immobiliari. Esiste denaro in Grecia, ma non là dove il piano di austerità lo vuole prendere!
Al CADTM, noi siamo solidali con il popolo greco che scenderà in sciopero generale il 5 maggio prossimo. Dappertutto, in Grecia come negli altri paesi europei, la solidarietà per la mobilitazione deve allargarsi. Attualmente, è la Grecia sotto tiro ma tutti sanno che domani può toccare al Portogallo, all’Irlanda o alla Spagna. In seguito, tutta la zona euro può capitombolare, compresi i paesi più “ricchi” di Europa.
Noi ci rallegriamo per le prime dichiarazioni di solidarietà e per l’inizio delle mobilitazioni di sostegno davanti alle ambasciate greche. Bisogna andare più lontano! Il movimento sociale europeo nel suo complesso deve stare a fianco del popolo greco! I popoli di Europa hanno tutto da guadagnare! Il CADTM, per quanto possibile porterà il suo contributo!

Originale da: Soutien à la résistance du peuple grec contre la dictature des créanciers !
Articolo originale pubblicato il 3-5-2010
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